Con un azzardato paradosso, si potrebbe affermare che una delle automobili più belle della storia sia stata costruita non attenendosi a un progetto ingegneristico, ma seguendo uno spartito musicale! In effetti, il rombo della Ferrari F50, soprattutto all’orecchio dell’appassionato, è un melodioso racconto sinfonico, che narra l’esperienza realizzativa di un lussuoso prodotto italiano.
L’idea originaria fu partorita nel 1985 dall’allora presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, e dal vice Piero Ferrari, per rilanciare la famosa casa modenese sul mercato dell’automobile su strada di altissima fascia e per trovare una brillante soluzione economica alle modifiche tecniche richieste dalla FIA, Federazione Internazionale dell’Automobile, che obbligava le scuderie di Formula 1 a sostituire i motori a 12 cilindri (V12) con quelli a 10 (V10).
Il progetto, molto innovativo per l’epoca, prevedeva di festeggiare il cinquantesimo anniversario della fondazione della Ferrari producendo una vettura spider dotata internamente degli accessori più lussuosi e, come propulsori, i “vecchi” motori V12 da competizione che giacevano inutilizzati nei magazzini. Esigenze commerciali fecero anticipare l’inaugurazione dell’automobile al 1995, ben due anni prima della ricorrenza ufficiale che caratterizzava anche la sigla F50.
Nel “lancio” propedeutico alle vendite, fu strategica l’operazione di produrre un numero esiguo di vetture a un prezzo veramente elevato: 349 esemplari, in omaggio al volere tramandato dal Drake (Enzo Ferrari, il fondatore della Casa di Maranello) di ridurre di una unità il numero delle vetture potenzialmente domandate dal mercato, per un prezzo di listino di 852.800.000 Lire (un importo considerevole ancora oggi, se attualizzato in Euro).
Ambedue le caratteristiche rispondevano, in fondo, alla legge fondamentale della domanda, secondo la quale quanto più è raro un bene, tanto più alto sarà il prezzo di vendita. Le previsioni andarono ben oltre la media, in quanto le prenotazioni dovettero essere addirittura contingentate e, in seguito, la F50 fu così desiderata nel mondo da essere persino oggetto di clamorosi furti. La prima vettura fu acquistata da Mike Tyson, il famoso campione di pugilato, e una successiva addirittura da Diego Armando Maradona, funambolico asso calcistico argentino.
Le innovazioni tecnologiche derivate direttamente dalle vetture di Formula 1, le classiche forme plastiche e accattivanti della carrozzeria Pininfarina, una strategia di marketing efficace e un marchio internazionalmente riconosciuto tra i più prestigiosi, contribuirono al successo di un oggetto così prezioso e prestigioso da farne un mitologico vanto dell’industriosità italiana nel mondo.
Articolo a cura di Roberto Castellucci
