I Giovani e il Lavoro

Cosa chiedono oggi le imprese ai giovani che cercano lavoro? Quali competenze specialistiche vengono richieste dal mercato del lavoro. Dipende dall’orientamento e dall’inserimento lavorativo e dal supporto tecnico a cui i giovani devono essere pronti a far fronte per trovare un’occupazione coerente con la loro preparazione affinché possano gestire al meglio la loro professionalità nel mondo del mercato che è sempre in continua trasformazione. Lo vediamo nel lavoro che nel corso degli anni ha subito continui cambiamenti per rispondere alle richieste della globalizzazione.

Ogni ragazzo deve avere la possibilità di prendere coscienza di se, delle proprie capacità, del proprio bagaglio e della realtà occupazionale per progredire autonomamente nelle sue scelte perché possa essere efficace e congruente nel contesto dell’azienda. L’obbiettivo delle imprese oggi è quello di favorire risposte immediate e definitive e offrire posti di lavoro ai giovani facilitando il loro inserimento. Ogni ragazzo avrà un proprio titolo di studio e diventerà forza lavoro e quindi capitale umano, finalizzato a soddisfare i propri bisogni e obbiettivi.

Purtroppo non mancano le difficoltà nella ricerca del proprio mestiere; il primo handicap deriva dal fatto che non sempre la richiesta del lavoro ha come risposta profili qualificati a svolgere quel determinato compito, il che significa, che spesso non è il lavoro a mancare ma le figure tecniche e professionali specializzate in un determinato settore e che le aziende chiamano “introvabili”.

Le sole scuole offrono un’istruzione di base per specifiche professioni, rendendo obbligatoria per i giovani la partecipazione a corsi di specializzazione esterni per adeguarsi ai diversi incarichi a cui si aspira in ambito lavorativo. Non dimentichiamo il discorso economico con posti di lavoro sottopagati e spesso con personale non qualificato a ricoprire quel ruolo. La formazione oggi è fondamentale per una completa attuazione di norme richieste dalle aziende in cui l’attività di studio e analisi non che ricerca sono essenziali nel contesto lavorativo, che sia esso intellettuale, operaio.

È ancora possibile oggi fare il mestiere che si desidera? È la domanda che pongo a Marco, un giovane che si è adattato a un lavoro, che non era di sicuro il suo sogno (considerando che il 40% dei lavoratori non sono compatibili con le qualifiche del loro impiego), ma nella necessità della quotidianità si accettano compromessi, non sempre quindi la frase “Non vogliono sacrificarsi” è strettamente legata a qualcosa di fisico ma in molti casi è un rinunciare a una professione per cui si è preparati ma non ci sono sbocchi o risposte dalla richiesta delle imprese.

È  un problema sociale quello della disoccupazione ma a mio avviso lo è ancora di più il doversi adeguare ad un ruolo che non ti appartiene, Marco gira fra i tavoli del McDonald pensando e sognando al suo futuro che non può sicuramente essere li; il giorno in cui deciderà di avere una famiglia e quindi una richiesta di entrata economica più importante ecco allora che bisognerà di nuovo mettersi in gioco alla ricerca di un nuovo posto di lavoro con un’età non più interessante per alcune aziende per le loro necessità; è un circolo vizioso per chi purtroppo deve adeguarsi, giovani e non, e che deve fare i conti con le sfide che ti impone il mondo del lavoro.

In ogni campo la professionalità resta comunque una necessità, come è una necessità e un diritto per un giovane un posto di lavoro che rispecchi possibilmente la sua preparazione e, perché no, anche i propri sogni; se questi poi richiedono sforzi ulteriori, sarà il mio augurio per le prossime generazioni  di comprendere che nulla è scontato perché lo studio non si conclude con il percorso scolastico ma dura una vita. E’ la grande sfida del lifelong learning, ovvero della formazione lungo tutto l’arco della vita.

a cura di Antonella Malizia

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