MoAn Ristorante-Enoteca, “the delicate taste” tra i castelli bellinzonesi

Gourmet Majid nasce come progetto di scelta per giovani chef, con l’assegnazione di premi finali affinchè, un gesto naturale come il mangiare, diventi un gesto culturale, creando un momento di piacere sociale legato alla convivialità.

Ed è cosi che il progetto Gourmet Majid incontra la cucina e l’accoglienza del “MoAn di Bellinzona”.  Il Ristorante Enoteca, situato nel cuore della storica cittadina di Bellinzona, nota per i suoi meravigliosi castelli e la buona cucina. Un’eccellente realtà dove primeggia l’accoglienza e la buona cucina, certi del fatto che essi siano il vero e grande valore aggiunto.

Si viene accolti in un ambiente piacevole ed accogliente, con un servizio in sala di altissimo livello, con quel tocco di “eleganza e cortesia” che non guasta mai. Il locale, così come la cucina proposta dallo Chef Salvo Sanfilippo è un mix tra tradizione e innovazione.

– Chef Salvo Sanfilippo –

Ricca e ben curata la carta dei vini, con una vasta scelta di etichette locali e internazionali. Con grande attenzione alle pietanze scelte, ci è stato consigliato un Rosso del Ticino “Riserva Ernesto – Riserva 2015” della Tenuta Bally & Von Teufenstein che ha accompagnato la nostra “gourmet experience” in perfetta sintonia con le portate.

I piatti sono curati e gli ingredienti accuratamente ricercati. Lo chef vuole cosi valorizzare gli ingredienti del territorio con degli abbinamenti delicati e raffinati. Abbiamo potuto assaporare ed apprezzare la qualità delle portate a base di tartufo bianco. Molto ben curata la presentazione dei piatti. A fine servizio chiediamo l’attenzione dello Chef e cogliamo così l’occasione per porre al giovane Salvo Sanfilippo, alcune domande salienti:

Un percorso professionale di grande rilevanza e prestigio affianco a grandi chef stellati: Raccontaci la tua esperienza.

Una volta conseguito il diploma presso la scuola alberghiera di Nembro (Bergamo), in attesa di una sistemazione più a lungo termine, ho trascorso la stagione estiva, nelle cucine di un prestigioso Hotel delle Isole Eolie, dove sono stato messo a dura prova dalla notevole mole di lavoro. Un bagaglio di esperienze che ha giocato un ruolo fondamentale nella mia crescita e formazione personale e professionale. Dopodiché, consapevole che la strada intrapresa era quella giusta, sono tornato in Lombardia dove ho avuto la fortuna di intraprendere il mio percorso professionale in rinomati ristoranti nel bergamasco e nel milanese, dove ho lavorato a fianco di chef stellati e blasonati come ad esempio i  Fratelli Cerea (del ristorante “Da Vittorio” a Bergamo) Carlo Cracco e in un grande albergo nel milanese sotto la consulenza di Niko Romito. Per me sono state esperienze ricche di sacrifici, rinunce e duro lavoro, ma sicuramente delle inestimabili fonti di ispirazione e apprendimento. Finché, nel 2013, ho preso la decisione di trasferirmi definitivamente in canton Ticino, dapprima nel luganese e successivamente a Bellinzona, dove tutt’ora vivo e coltivo la mia passione. Attualmente lavoro presso il ristorante Moan, nel centro storico di Bellinzona.

Con Andrea e Monica, i suoi proprietari, abbiamo raggiunto immediatamente un’intesa vincente, frutto della condivisione di intenti e idee, che ci hanno portato a proporre una cucina di qualità, rigorosamente all’insegna della creatività ma con le radici ben salde a quella che è la tradizione del luogo.

L’importanza dei prodotti del territorio, incide in modo rilevante nelle tue creazioni? Quali i piatti più richiesti?

Mi piace definire la mia cucina con l’aggettivo “divertente”, proprio perché mi diverto a rielaborare i piatti della tradizione in chiave moderna, applicando tecniche e metodi innovativi utilizzando per lo più prodotti a chilometro zero. Basti pensare che per ogni piatto che inseriamo nella carta del ristorante, ci impegniamo sempre a trovare un elemento che possa provenire da allevamenti, caseifici, aziende o botteghe quanto più indigene possibile. Il tutto però senza dimenticare le mie origini italiane e le influenze mediterranee/siciliane, che mi aiutano a creare una combinazione di impulsi, stimoli e sapori che sono rintracciabili in ogni mia ricetta. Sicuramente alcuni dei piatti più richiesti al ristorante sono i risotti, nei quali ci piace molto adattare ricette della tradizione classica. Al momento abbiamo in carta il “Risotto come un Pizzocchero”, ovvero un riso carnaroli dell’azienda “Torricella” di Taverne che cuociamo con un brodo di verza, una piccola brunoise di patate e mantechiamo con una crema di verza del piano di Magadino, Casera grattugiato e olio all’aglio dolce, oltre che con il classico burro e parmigiano. Terminiamo il piatto con un estratto di salvia, gelato al Casera e un crumble di grano saraceno.

Quale il vero segreto del successo della cucina “firmata” Salvo Sanfilippo?

Al di la di quanto si possa credere, la cucina di un singolo chef non sarebbe nulla se non fosse supportata da un grande lavoro di squadra. Per questo sono sempre più grato a tutto il team che ogni mattina entra al ristorante con la mia stessa passione, determinazione e perseveranza. Questo ci permette di lavorare all’unisono e di non porci alcun tipo di limite, cercando sempre di migliorarci e, di conseguenza, migliorare l’esperienza di ogni singolo cliente. In particolar modo ho la fortuna di aver al mio fianco in cucina due ragazzi come Enrico e Mattia che, con la loro altrettanto importante esperienza, sono fondamentali per lo sviluppo e la riuscita di qualsiasi idea mi possa venire in mente. Sono davvero contento perché, soprattutto di questi tempi, trovare personale qualificato e responsabile è davvero un’impresa ardua.

Una carriera di spessore con tanti progetti all’orizzonte. Qualche anticipazione?

Sicuramente continuare sulla strada che abbiamo intrapreso dal 2020 ad oggi è l’obbiettivo principale. Negli scorsi mesi di fianco al ristorante MoAn abbiamo aperto un’enoteca che ci permette di estendere l’offerta gastronomica a più persone, comprendendo degustazioni, cocktail aziendali e soprattutto aumentando i coperti del ristorante. A livello privato, invece, sto investendo molto tempo sulla realizzazione di un progetto nato durante il primo lockdown. Tante persone, non avendo la possibilità di venire al ristorante, mi chiedevano di realizzare ricette da replicare tra i fornelli di casa. Per questo, ho raccolto una serie di idee e, tramite la creazione di contenuti digitali facilmente fruibili su quelli che sono i maggiori social media in circolazione, mostro i procedimenti per la realizzazione di preparazioni base fino a quelle più complesse, ma pur sempre alla portata di tutti. Come una vera e propria scuola di cucina digitale. D’altronde, come diceva anche il grande Gualtiero Marchesi:”l’esempio è la più alta forma di insegnamento”.

Domanda di rito a conclusione di questa piacevole intervista che rivolgiamo ai grandi chef: Quale consiglio dai ai giovani che sognano di diventare chef? 

Il primo consiglio che vorrei dare a chi vuole intraprendere il percorso per diventare chef è quello di non farsi ingannare dai tantissimi programmi di cucina che spopolano sulle nostre televisioni, che danno un’immagine di questo lavoro lontana dalla realtà dei fatti. Consiglio, al contrario, di fare esperienza e di mettersi costantemente in gioco e alla prova. Open day, stage e apprendistato in qualche ristorante sono passi necessari per acquisire esperienza e per apprendere i trucchi del mestiere. Ci sono moltissimi locali con cuochi disponibili a dare preziosi suggerimenti ai più giovani, pronti a far capire loro quanto siano importanti impegno, dedizione e passione e quanto sia difficile, ma necessario, superare uno dei più grandi nemici dello chef: la pressione. Per questo, suggerisco a chi sogna di diventare cuoco di entrare il prima possibile in una cucina di un ristorante, anche durante gli anni scolastici, proprio per capire, in prima persona, e sperimentare le sue effettive dinamiche.

Buono il rapporto Qualità-Prezzo.

“MoAn Ristorante”… The Place to be

Per saperne di più @ MoAn Ristorante – Enoteca

 

Articolo a cura di Massimo Basile 

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