“PerDiana!”… Giacomo Ceruti, capolavori tra Lombardia e Veneto

Museo MarteS – fino al 30 luglio 2023 – Calvagese della Riviera (Brescia)

Il 2023 è l’anno di Brescia. Nominata Capitale Italiana della Cultura la città è pervasa da un’effervescenza culturale che coinvolge tutta la Provincia e richiama l’attenzione nazionale ed internazionale del pubblico curioso di scoprire dal vivo i suoi tesori storici e capolavori d’Arte. Nel ricco programma di esposizioni ed eventi spicca una particolare attenzione all’artista Giacomo Ceruti, detto il Pitocchetto, annoverato tra i più importanti esponenti del Settecento Italiano.

La partnership tra le istituzioni museali cittadine consente di visitare tutte le mostre dedicate all’artista usufruendo di una speciale convenzione per i percorsi espositivi dedicati all’opera di Giacomo Ceruti presso il Museo di Santa Giulia, il Museo Dioceano ed il Martes. All’interno del portale www.ceruti2023.it sono riportate le iniziative dedicate a Ceruti nell’anno di Brescia Bergamo Capitale italiana della Cultura, coinvolgendo istituzioni culturali e mete turistiche del capoluogo e della provincia.

ll Museo d’Arte Sorlini di Calvagese della Riviera (BS) – sede di una delle maggiori collezioni private italiane di pittura antica veneta e veneziana – ha inaugurato lo scorso maggio con un grande spettacolo ed una suggestiva rievocazione storica la mostra “PerDiana! Giacomo Ceruti, capolavori tra Lombardia e Veneto”. Il progetto espositivo si sviluppa attorno a tre importanti opere di Giacomo Ceruti della Collezione Sorlini – La vecchia contadina, Il bravo e la grande tela Diana e le ninfe sorprese da Atteone.

Francesco Ceretti, curatore del catalogo, sottolinea come studi e ricerche abbiano consentito di apportare maggiore chiarezza riguardo alla genesi della meravigliosa Diana e le ninfe scoperte da Atteone, capolavoro assoluto della prima maturità di Giacomo Ceruti. E’ molto probabile che il committente dell’opera fu Antonio Calderara junior, per suggellare  il matrimonio con Margherita Litta Visconti, celebrato nel 1740. La mostra espone al Martes per la prima volta anche un raffinatissimo studio preparatorio per la figura di Diana, conservato presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano.

Stefano Lusardi, curatore della mostra, ricorda come Luciano Sorlini (1925-2015) si dedicò con passione al progetto di collocare all’interno degli spazi nobili del suo edificio seicentesco la collezione al fine di consegnarla interamente alla pubblica fruizione. Le fasi dell’allestimento della ricca quadreria hanno comportato il ricongiungimento (avvenuto nel 2017) di un insieme di quasi duecento dipinti, databili tra XV e XIX secolo, suddivisi nelle tre residenze di Venezia, Montegalda vicentina e Calvagese.

Sono 184 le opere che compongono la Collezione del MarteS, tra artisti veneti e veneziani contemporanei a Giacomo Ceruti: Rosalba Carriera, Sebastiano Ricci, Antonio Balestra, Gianantonio Pellegrini, Nicola Grassi, Giandomenico Tiepolo, Giuseppe Nogari, Pietro Rotari.

“Nel 2000 giunge la straordinaria Madonna con il Bambino di Giovanni Bellini, opera fondamentale che simboleggia una nuova ricerca: non più la preponderante attenzione rispetto alla Scuola veneziana del Sei e Settecento, ma anche verso opere di notificata importanza artistica. Tra il 2004 e il 2007 si presentò l’occasione di considerare opere notevoli di Giacomo Ceruti, nell’ordine: la Sosta dei cacciatori (oggi sul mercato antiquario), la Natura morta di provenienza Schulemburg (oggi Ginevra, Rob Smeets) e il Fumatore in costume orientale (già Sotheby’s). È probabile che anche l’acquisto della Filatrice – già inclusa nel Ciclo di Padernello – da parte del finanziere bresciano Chicco Gnutti, depositata nella Pinacoteca Tosio Martinengo dal 2004 abbia suscitato al tempo l’interesse e le riflessioni competitive di Luciano Sorlini. L’attuale presenza di tre opere fondamentali per la produzione del maggiore pittore lombardo settecentesco si spiega quindi in questo nuovo contesto di gusto.

L’arrivo del catalogo Christie’s (Milano, 29 novembre 2006) che annunciava la vendita del pendant -già Monti della Corte- rappresentò una vera e propria sfida e Sorlini decise di vincerla cercando di aggiudicarsi la Vecchia contadina e il Bravo. Dopo essersi assicurato della mancata partecipazione all’asta da parte del Comune di Brescia (infatti alla possibilità che le due clamorose opere potessero essere acquistate per la Pinacoteca Tosio Martinengo si sarebbe ritirato) Sorlini acquistò entrambe le tele, ricevendo il plauso della maggiore studiosa di Ceruti, Mina Gregori. La grandiosa tela raffigurante Diana e le Ninfe sorprese da Atteone fu il secondo acquisto cerutiano. Sorlini aveva la personale convinzione che l’essersi assicurato il primo elemento del ciclo concepito per il milanese Palazzo Calderara gli avrebbe di conseguenza favorito l’acquisto almeno della seconda Storia di Diana.

La tela venne immediatamente collocata nel salone maggiore del piano nobile del Palazzo di Calvagese, dove ancora oggi fa bella mostra di sé nella sua smagliante apparizione, meravigliando i bresciani che stentano a riconoscervi lo stile del Pitocchetto a confronto con l’intensa e umile presenza della Vecchia contadina. Non so dire se Luciano Sorlini abbia riconosciuto nelle figure di Diana e Atteone la contaminazione del linguaggio figurativo veneziano o il colorismo pittoniano, certamente l’iconografia erotica connessa alla mitologia classica dovette favorevolmente impressionarlo. Oggi possiamo dunque ammirare l’opera di Ceruti perfettamente ambientata nelle stanze concepite da Luciano Sorlini e abbiamo la possibilità di vedere le opere del grande Lombardo a stretto contatto con quelle dei pittori veneti studiati dall’artista e poste felicemente a confronto.” Stefano Lusardi, curatore della mostra.

Come ricorda Stefano Sorlini, Presidente della Fondazione Luciano Sorlini, “PerDiana!” è il primo progetto espositivo interamente prodotto dal MarteS. Nel Salone di Diana al piano nobile di Palazzo Sorlini, la mostra evidenzia l’evoluzione della parabola artistica del pittore. La mostra propone anche un breve filmato RAI del 1953 (durata 1 minuto e 15 secondi) dedicato alla mostra milanese che si tenne a Palazzo reale e che chiude emblematicamente sulle “mani laboriose” della vecchia contadina, oggi Sorlini. Il percorso e l’allestimento della mostra, ideato e curato da Alessandra Moretti e Barone Vito Roberto di Regie d’autore, vuole essere un vero e proprio viaggio, dove il godimento di opere meravigliose diventi immersivo, emozionale, empatico. La volontà di Moretti e Barone è stata quella di creare per il Martes un allestimento in grado di raccontare la vita del Ceruti e le sue opere, come se il visitatore si trovasse all’interno di una pièce teatrale. Nel momento in cui, dalla luce e dal fasto della Galleria, chiunque si troverà a varcare la soglia della camera oscura, entra a far parte della vita stessa del Ceruti, immerso in un mondo “altro”, inaspettato, fuorviante, destabilizzante.

Il buio accoglie con il suo peso e la sua inquietudine, poi la luce, che si infrange sui corpi, che a loro volta si rifletteranno negli specchi che contornano questa stanza, concepita come una sorta di “portale” , luogo dedicato al viaggio, allo straniamento. Come in un caleidoscopio, le luci in movimento irrompono sui cristalli del meraviglioso lampadario, dando quasi l’impressione di vivere un incantesimo ed una frase, accompagnata a dei suoni ben orchestrati, decreta l’incipit del racconto.

Da qui inizierà la visita della mostra, attraverso la voce narrante che conduce il visitatore ad uscire da questa camera per aprirsi all’arte del Ceruti (e non solo). Le opere che si svelano via via dal buio, suoni, voci, echi dal passato, il visitatore viene immerso nell’arte attraverso suggestioni e sensazioni che l’autore stesso potrebbe aver vissuto dipingendo, e che sapranno regalare indubbie emozioni. Dopo il primo periodo bresciano il percorso torna nella camera oscura e qui, parole e musica, accompagnate dal movimento delle luci, conducono al secondo momento della visita, dedicato al percorso veneziano del Ceruti. Anche qui luci, ombre, un’atmosfera quasi fiabesca, romantica, divina.

Le tele Sorlini, affiancate per questa occasione espositiva ad alcuni eccezionali prestiti, permetteranno di approfondire e contestualizzare l’evoluzione dello stile dell’artista che, dopo la “stagione dei pitocchi” del periodo bresciano, si rapportò con la cultura figurativa veneta, veneziana e internazionale del XVIII secolo, giungendo ad elaborare composizioni di soggetto mitologico.  Grazie alla collaborazione con l’Archivio di Stato di Brescia, il visitatore potrà vedere, leggere e ascoltarne il contenuto di quella che, al momento, è l’unico documento autografo di Ceruti: scritto e firmato dal pittore. Un altro prestito eccezionale è il capolavoro assoluto del veneziano Giambattista Pittoni (Venezia, 1687-1767) Diana e le Ninfe (1723-1725) di proprietà delle Civiche raccolte di Vicenza e giunto da Palazzo Chiericati. Rappresentando il medesimo soggetto della tela Sorlini, quest’opera consente un confronto iconografico immediato con l’opera di Ceruti. La tela di Pittoni è un perfetto esempio di produzione contemporanea e aggiornata cui Ceruti aspirava per conquistare la committenza più esigente.

Lascerà inoltre senza fiato il visitatore La vecchia contadina (1730-1733) che è stata definita “una delle opere indimenticabili del Settecento europeo”. La mostra sintetizza perfettamente le due “anime” del pittore ed il suo percorso, dai pitocchi bresciani alla pittura veneta.

“Per Diana!” è un’esclamazione desueta (e qui anche ironica nella sua accezione rivolta allo stupore e alla meraviglia suscitata dall’immagine seducente della Dea): condensa il percorso dell’autore, che dai pitocchi bresciani evolve in direzione dei modelli iconografici osservati durante il soggiorno veneto, verso quella Diana ritratta nella grande tela in mostra. La congiunzione “per” ha dunque significato transitivo, vuole esprimere un percorso verso una meta. Il rosso, colore simbolo del MarteS, è altresì un omaggio alla sanguigna cerutiana, eccezionale prestito della Veneranda Biblioteca Ambrosiana.

In grande stile anche il finissage della mostra con il concerto di 35 elementi diretti dal maestro Giancarlo De Lorenzo, direttore dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo, che si terrà il giorno Domenica 9 Luglio al Martes. Tutti i dettagli e modalità di partecipazione sono disponibili sul sito www.museomartes.com

“PerDiana!” è un percorso in grado di abbattere barriere umane, culturali, sociali.

Perché il vero viaggio di scoperta, non consiste nel cercare nuove terre… ma nell’avere nuovi occhi.

Fino al 30 luglio presso MarteS – Museo d’arte Sorlini

Palazzo Sorlini, Piazza Roma 1 – Calvagese della Riviera (Brescia)

www.museomartes.com – info@museomartes.com

 

Articolo a cura di Alexander Elisab

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