celebreMagazine edizione Brad Pitt, ovvero come liberare dal marmo un’opera d’arte

Michelangelo vedeva lo scultore come uno strumento di Dio, incaricato di liberare in tutta la loro energia le statue contenute dentro la pietra, sbozzando la materia con vigore che, come nei Prigioni, sembra venir fuori con irruenza dal centro della terra. E riassumeva la sua visione dicendo che “Ogni blocco di pietra ha una statua dentro di sé”.

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Stando al Vasari, l’artista avrebbe considerato la tomba di Giulio II la sua opera ideale in quanto sintesi della storia spirituale dell’umanità, che Michelangelo Buonarroti interpretava come lotta dell’anima contro il carcere terreno del corpo alla stregua di una statua imprigionata nel blocco di pietra, e la liberazione dal peccato.

Un pensiero che culmina nella Cappella Sistina con Adamo che sta di fronte a Dio senza temerlo perché creato a sua immagine e somiglianza. Umanità, ecco di cosa vogliamo parlare in questa edizione Iota di celebreMagazine, con tutte le sue emozioni ogni volta che passa per l’azione catartica dell’arte.

E’ affascinante ripercorrere le tracce del celebre artista che venne scoperto a quindici anni da Lorenzo de’ Medici in una delle accademie sostenute dal suo mecenatismo, e che subito non mancò di colpirlo, oltre che per il suo sconvolgente talento, per quell’atteggiamento sfidante che lo avrebbe sempre contraddistinto.

Sui volti dei suoi marmi troneggiano espressioni fiere ed eroiche, i corpi sono forti e plastici e la sua stessa pittura è scultorea, come dice a gran voce il Tondo Doni. E’ sufficiente ammirare il David per dichiarare la bellezza del Buonarroti materica e poderosa, ma anche profondamente intima, fatta di comprensione e capacità di amare, se si volge lo sguardo verso La Pietà.

Raccontiamo dell’Utopia di Horacio Pagani che viaggia attraverso un mondo ideale, di suono e velocità che si intrecciano fra Ferrari e Bang & Olufsen, dell’eleganza di Re Giorgio (Armani) e del suo dare un cuore alla moda, passando per la passione dello stilista per Hollywood a cui si ispira per creare e di cui scrive la storia del costume.

E infine, o meglio per cominciare, parliamo del vero protagonista del magazine a cui questa edizione è dedicata, Brad Pitt, in tutta la sua dimensione di umanità oltre a quella di stella del cinema.

Quel suo evolversi, crescere, affinarsi, come in cerca del filo conduttore di se stesso esplorandosi attraverso le scelte delle pellicole da interpretare e di quelle da produrre, dei business dove giocare da imprenditore.

Quel suo mutare stile sul red carpet e sul set, il suo cadere, rialzarsi e riemergere da se stesso trasformato. “È una questione di intensa sensibilità artistica. E di una costante ricerca della bellezza, un desiderio di cercare spazio per tutte le possibilità” per dirla con le sue parole.

Articolo a cura di Claudia Chiari

Direttore Editoriale celebreMagazine World

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