Osteria Perillà di Rocca d’Orcia, l’eccellenza stellata

Maggio inizia con alcune riaperture.  A Rocca d’Orcia, per ora solo nel fine settimana, si torna a godere delle bellezze del borgo medievale e delle delizie dello Chef Marcello Corrado all’Osteria Perillà, 1 stella Michelin, nel pieno rispetto delle norme per la tutela della salute e della sicurezza determinate dall’attuale pandemia.

Rocca d’Orcia è un piccolo ma delizioso borgo medioevale, con stradine, scorci e con una singolare piazza occupata in larga parte da una cisterna per l’acqua realizzata oltre 750 anni or sono, posto a valle dell’imponente Rocca di Tentennano. Perillà è un’osteria moderna nata come costola del Podere Forte, l’azienda biologica e biodinamica, modello di ecosostenibilità dell’Ing. Pasquale Forte, microcosmo perfetto e luogo d’elezione per recuperare la tradizione agricola e vitivinicola valdorciana.

Lo chef Marcello Corrado e il ristorante si collocano perfettamente in questo sistema virtuoso come espressione di una filosofia che racconta il territorio, esaltandone le bellezze e i suoi “frutti”. Con la riapertura lo chef propone, nel pieno rispetto della stagionalità, due degustazioni diverse “Qui” e “La” che lasciano spazio a sapori concreti, netti e decisi:

“Qui” è il menu che celebra la carne con 5 portate e il dolce a 85€.

I piatti: Uovo di gallina Valdarnese Podere Forte, patate soffici e croccanti, caviale al tartufo ; Tataki di capriolo, ciliegie sott’aceto, latte di mandorle, asparagi e foie gras;  Cappellacci di coda alla vaccinara, sedano rapa e parmigiano stagionato 24 mesi; Petto d’anatra Podere Forte, agretti e miso servito in due “versioni” come petto rosolato, a cui si aggiunge la coscia in terrina con crema di miso bruciato e il brodo di miso; Cioccolato caramello al timo e scaglie di sale.

Il menù “La” con 5 portate e il dolce a 95€ soddisfa gli amanti del pesce.

Le portate sono: con  Carciofo quasi alla Romana solido e liquido con guancia di coda di rospo e salsa al prezzemolo;l’Anguilla laccata alla soia, tuberi e radici;  Plin di baccalà mantecato con brodo di cipolla e polvere di alloro; Risotto alla clorofilla di piselli, limone salato e lievito arrostito; Trancio di rombo selvaggio al B.B.Q; Crema nell’uovo profumata alla fava tonka, fragole e pepe Timut. Resta anche il menu À la Carte che consente una scelta di due portate a piacere dai due menu (a 60 euro) con la possibilità di  aggiunta del dessert, per chi non sa rinunciare al dolce (menu a 75 euro)

Ricca anche la carta dei vini, che comprende – oltre a etichette locali, nazionali e internazionali coerenti con la scelta biodinamica – i vini di Podere Forte, come Petrucci Melo e Petrucci Anfiteatro, Sangiovese 100%, divini in abbinamento alle carni. Da segnalare in particolare il Petruccino intenso, con evidente sapidità e mineralità e il Guardiavigna,ben strutturato, evocativo del sole e dei profumi della Toscana più bella, e anche della torre che segna il punto più alto del Podere, di cui porta il nome.

Una cucina quella di Corrado “del piacere”, o meglio “che gli piace fare”, istintivamente meridionale, ma anche di contaminazioni, realizzata con le eccellenze del luogo e con i prodotti bio che nascono al Podere Forte.  Nessuna regionalità a tutti i costi, la “toscanità” della cucina dello chef sta tutta nella scelta di materie prime pregiatissime. Un esempio è proprio il carciofo quasi alla romana del menu La, piatto che racconta la storia dello chef perché il carciofo è campano come Marcello Corrado ma è cotto quasi alla romana perché ha vissuto e lavorato per tanti anni nella capitale.

Napoletano, classe ’79, ha portato alla stella questo luogo nel 2017 e la sta mantenendo, in una clima di assoluto piacere, esplicitato al meglio dal suo “Cucino perchè è il lavoro più bello del mondo!”

Article by Nadia Toppino

Food, Wine & Hospitality Consultant

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