Cos’è la bellezza… il magico mondo del Maestro Ugo Bongarzoni

Ugo Bongarzoni non pone alcun limite nell’utilizzo di tecniche e materiali diversi e innovativi e, come critico d’arte, nell’analisi di espressioni nuove e rivoluzionarie. Ogni creazione dell’uomo, secondo la sua visione, contiene in forme, dimensioni, cromie, contenuti, uso della materia e del pensiero, comunque e sempre, un barlume di quell’afflato divino che abita l’animo umano. Ricerca questa ispirazione attraverso le tecniche dell’olio e dell’acrilico, oggetti vari e nella 3a dimensione che estrapola direttamente dalla materia informe. Completa gli studi di ingegneria a Roma. Il suo primo dipinto è l’immagine naif, in bianco e nero, di un temporale estivo, ottenuta di getto, con pennelli e colori ad olio. I suoi primi dipinti raffigurano paesaggi e, pochi anni dopo, crea un’opera su di un soggetto classico, Medusa la gorgone: ci lavora per 8 anni, modificandolo continuamente, cambiando il volume e la forma con un medium, il colore ad olio senza alcun essiccante, che non consente il bassorilievo. Lo dipinge con la tela disposta orizzontalmente sul tavolo, scegliendo colori a olio in base ad un’illuminazione alogena e depositando strati su strati a intervalli di sei mesi, per realizzare corpi di rettili in 3D.

Medusa – bassorilievo su tela

“Rifugio nella foresta”, la sua prima opera d’arte realizzata in acrilico, rappresenta una foresta pluviale amazzonica dove piccoli rami di alberi fuoriescono dalla tela. Nel suo successivo manufatto l’artista utilizza nuovamente la tecnica del colore ad olio e, sempre ispirandosi a un tema mitologico, crea, senza adottare l’iconografia classica, una composizione sul volo di Dedalo e Icaro. Nello stesso anno teorizza il pensiero del Cripticismo (analitico, multilivello, astilistico) di cui il dipinto è un timido precursore

Rifugio nella foresta – acrilico su cartoncino telato

Il periodo materico, iniziato con Medusa, prosegue parallelamente con altri dipinti ad acrilico dove l’interesse per il bassorilievo (Il Joker, Rifugio nella foresta, No Heaven whitout Hell, Progetto Umano, TTIP) evolve naturalmente in quello per le forme tridimensionali (La rosa ardente, L’onda lunga dopo la tempesta, Alla deriva, Non con l’oro ma con il ferro, La cura, L’isola del tesoro) concretizzandosi nella personale tecnica che battezza con il nome di “Pittoscultura”.

L’albero del Fanciullo – acrilico su tela

E’ un artista particolarmente sensibile al tema dell’ambiente, e ama utilizzare, a volte, come medium in alcune sue opere, materiali e componenti di scarto, plastica e metallo, provenienti dall’ industria elettrica, elettronica, del giocattolo e metallurgica. In questo periodo vengono realizzate diverse opere d’arte come “Il mare tecnologico”, “Il parco pubblico”, “Dannata tempesta nel mare di ferro”, “Ricostruzione”, “Libertà”, “Naufragio nel mare meccanico”. Alcune delle sue opere sono spesso utilizzate su copertine di riviste o pubblicazioni: un’immagine de “La cura” (un esempio evoluto di “pittoscultura”) è stata utilizzata per la copertina di un trattato sulla tutela risarcitoria contro i danni ambientali.

Naufragio nel mare meccanico – acrilico, ingranaggi, resina, su legno

A Roma Ugo incontra Ennio Calabria e Franco Ferrari con i quali stringe una profonda amicizia. Come critico d’arte Ugo Bongarzoni scrive recensioni e testi per eventi e, nel 2018, crea il Premio di Pittura e Scultura “Enrico Zarletti” per artisti professionisti che, ormai alla quarta edizione, si svolge, ogni anno, nella storica cornice di Palazzo Lattanzi. Crea inoltre quattro trofei: “Hermes”, “Hephaestus” (per meriti organizzativi in ​​campo artistico), “Euterpe” e “Vulcano” (per l’eccellenza musicale e l’artigianato artistico). Infine, Ugo Bongarzoni, come critico e appassionato d’arte, mette insieme una collezione personale comprendente opere degli artisti fra i più rilevanti incontrati nel suo percorso. Ugo Bongarzoni condivide l’esperienza del “Presenteismo” con gli artisti Carlo Vigevani e Alessandro Piccinini e, attraverso l’artista e prof.ssa Daniela Ventrone, entra in contatto con il Neo Manierismo e la tecnica della velatura ad olio. Stringe, inoltre, una rispettosa amicizia con Luigi Massimo Bruno, artista espressionista appassionato della figura umana, con cui condivide l’amore per il cinema e la scrittura di racconti.

Ha partecipato, come artista e/o critico d’arte, a circa un centinaio di eventi che hanno avuto luogo in edifici di interesse storico e culturale. Ha al suo attivo circa 60 pubblicazioni contenenti foto di sue opere, biografie, testi critici (12 come PDF online, le restanti in libri d’arte in formato cartaceo). Ha al suo attivo una trentina di recensioni da parte di critici d’arte, artisti storicizzati, storici dell’arte. Ha ricevuto 10 premi in manifestazioni artistiche nazionali e ha collaborato con eminenti istituzioni quali l’Università La Sapienza di Roma, l’Università della Tuscia di Viterbo, l’Università Agraria di Blera, Il Museo Macro di Roma, il Museo della Federazione Fijlkam ad Ostia e l’Accademia RUFA di Roma.

Infine, ha contribuito con un testo critico introduttivo, alla pubblicazione di un libro d’arte che ha presentato durante un evento artistico internazionale presso l’Ufficio Culturale dell’Ambasciata Araba d’Egitto a Roma ed un articolo sulla rilettura analitica dei cicli pittorici presenti nella Tomba François di Vulci per una nota rivista di archeologia. Nel 2021 e nel 2022 due sue opere “Bioethics” e “AI”, realizzate a complemento di articoli a tema scientifico, sono state scelte per realizzare le copertine di altrettanti edizioni mensili della scientifica internazionale “Trends in Plant Science”. Nel 2021 riceve una laurea Honoris Causa in Scienze della Comunicazione.

 

Articolo a cura della Dott.ssa Laura Turco Liveri

Storica e critica dell’arte, CTU Trib. Civ. Roma, Archivio Franco Gentilini, Roma. 

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