Il kalòs secondo Avignonesi fra vino, biodinamica e arte

Appuntamento per Avignonesi Wine Group con lo storico momento annuale di presentazione dei nuovi vini, prodotti direttamente da Avignonesi e da partner selezionati. Quest’anno la celebrazione è avvenuta nel corso di due giornate, 17 e 18 marzo, scandite da attività costruite nell’ottica di edificare un dialogo a beneficio dell’industria del vino.

L’Appassitoio de Le Capezzine, uno dei luoghi più rappresentativi di Avignonesi, allestito per l’occasione raffinatamente a lume di candela, ha ospitato la cena di gala che si è aperta con le bollicine, quelle alcoliche di Clarabella 180 e quelle analcoliche di French Bloom Rosé, per poi immergersi nella produzione vinicola a cominciare da un Dadi Rosso 2022, vino per il quale acciaio e rovere sono stati messi da parte a favore dell’argilla toscana e il nome Da-Di, termine cinese per terra-suolo, è stato scelto proprio per sottolineare questa particolarità. Il naso si apre con una speziatura dolce di cannella e anice stellato accompagnato da frutti rossi quali lampone e ribes, gli aromi sono ben bilanciati e l’ingresso in bocca accogliente e armonioso, mentre il tannino setoso apre la strada ad un corpo di media densità e persistenza.

A seguire, il Vino Nobile di Montepulciano del 2010, una delle icone del gruppo e della denominazione stessa, per culminare infine con il Vin Santo Occhio di Pernice 2010, perla tanto preziosa quanto rara. Il Vin Santo è uno vino dolce profondamente radicato nella tradizione toscana: i primi riferimenti risalgono al Rinascimento ed è anche il momento in cui la famiglia Avignonesi entra in scena per la prima volta. L’Occhio di Pernice è il risultato di un processo di invecchiamento eccezionalmente lungo durante il quale più della metà di questo pregiato liquido evapora e, per dirla in bottiglie, con la stessa quantità di uva per produrne una di Occhio di Pernice da 375 ml se ne possono produrre ben ventiquattro di vino da 750 ml.

Denso e misterioso, si tratta di un Vin Santo che rivela un bouquet complesso e avvolgente con aromi di prugne secche e datteri, propoli, panpepato, malaga e tabacco. In bocca è dolce e speziato e sorseggiandolo, le note olfattive ritornano ampliandosi con quelle di albicocche secche e nocciola affumicata. Sorprende per la sua concentrazione e profondità, con una persistenza retrolfattiva  incredibilmente lunga.

La giornata del 18 marzo si è aperta con una masterclass artistica ispirata al Desiderio delle annate 2017 e 2018, momento di espressione creativa squisitamente guidato dal fashion illustrator Aldo Sacchetti che ha coinvolto gli ospiti nel liberare la propria fantasia fra tavolozze, pennelli e acrilici, fra un sorso e l’altro di questo Merlot. Desiderio era un toro che viveva nella fattoria Le Capezzine oltre cento anni fa, il più grande della Toscana a quel tempo, un maestoso animale che contribuì a definire la razza bovina Chianina, specifica della bistecca fiorentina, al quale è stato dedicato questo vino.

Immancabile la passeggiata attraverso le postazioni del Classica Day, giornata dedicata ad addetti ai lavori ed esperti del settore che, in una nuova veste, quest’anno ha ospitato 450 persone, le cantine con le sale del pigiatoio, degli orci in terracotta una volta usati per l’olio, delle barriques. A seguire, il pranzo accompagnato da un Dadi Bianco 2022 e un Nobile Poggetto di Sopra 2019. Colore giallo intenso per il primo, un vino armonioso dalla spiccata e fresca personalità, scandito da note olfattive eleganti con delicate note di ananas, pesca bianca e sambuco, e che al palato lascia emergere note agrumate di lime e miele millefiori, con una spiccata acidità che lo rende lungo ed elegante. Il secondo invece, un cru di Nobile 100% Sangiovese dal colore rosso scarlatto, evidenzia le caratteristiche del suo ambiente richiamando il terreno argilloso su cui poggia: al naso è ricco di frutti rossi e viola con note balsamiche, in bocca è vibrante e di corpo medio accompagnato da tannini maturi e avvolgenti.

Il gruppo Avignonesi comprende al suo interno molteplici aziende ed ha altrettante sfaccettature. Anzitutto nasce 50 anni fa come azienda agricola, produttrice fra le altre di olio, zafferano, aceto balsamico e miele, e come tale si propone di agire da custode della propria terra, quella di Montepulciano, per proteggere i suoi 170 ettari coltivati a vite, con la dichiarata missione di comportarsi da futuro buon antenato.

L’attenzione all’impatto ambientale è diventato fondamentale per costruire la cultura aziendale del gruppo concretizzatasi in un lungo percorso iniziato nel 2009 e formalizzato nel 2021 con il riconoscimento di società benefit che si propone di generare valore, agire coerentemente, mitigare l’impatto e salvaguardare un approccio biologico e biodinamico. La filosofia di Avignonesi si rifà a quella che nell’antica Grecia si esprimeva con le parole kalòs kagathòs: letteralmente il bello ed il buono, ovvero la rappresentazione di un’idea di bellezza e di bontà indivisibili, virtù che raccontavano di un dentro inscindibile dal fuori, unendo due qualità che, qualora scisse, non sarebbero potute esistere.

Articolo a cura di Claudia Chiari

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