Nell’incantevole paesaggio dell’Oltrepò Pavese, la tradizione e l’innovazione si uniscono, celebrando l’essenza del Pinot Nero attraverso l’eterea arte dei vini spumanti. Oltrenero, con il suo spirito unico, incarna la sublime fusione tra passato e futuro, tramandando la cultura vitivinicola di generazione in generazione. Il territorio è custode di un patrimonio vitivinicolo unico, coltivato con passione tra maestosi ginepri e rigogliose viti. La filosofia di Oltrenero si riflette nell’iconico simbolo circolare, un costante rinnovarsi, un’incessante ricerca della perfezione.
La tenuta offre un’eccezionale gamma di spumanti, ognuno rappresentante l’espressione raffinata e distintiva del Pinot Nero. Il Cuvée Brut, il Brut Nature, il Cruasé e il Cuvée EMME esaltano il gusto, l’aroma e l’essenza delle dolci colline dell’Oltrepò Pavese. La storia di Oltrenero affonda le radici nel Medioevo, quando i monaci benedettini rianimarono la terra, facendo fiorire la vite. Da allora, questo territorio ha rappresentato un simbolo di eccellenza nella produzione spumantistica italiana, soprattutto grazie all’utilizzo del Pinot Nero, un vitigno pregiato.
Le vigne di Oltrenero si trovano su colline plasmate dalle morene glaciali, un terreno ricco di sali minerali che favorisce la coltivazione della vite. La cura dei vigneti segue criteri ecosostenibili, mirando a preservare la qualità del vino e a promuovere la biodiversità. La tenuta offre un’esperienza unica per gli amanti del vino. L’enoteca e le visite ai vigneti e alle cantine permettono una totale immersione nella cultura vitivinicola del territorio. È un invito a scoprire l’incanto e la storia che circondano ogni sorso di Oltrenero.
In un bicchiere di Oltrenero si cela la storia millenaria di un territorio che continua a regalare emozioni uniche, un’ode al Pinot Nero e alla passione tramandata di generazione in generazione. Oltrenero, oltre il Po, oltre il Nero: un viaggio nell’anima di un vino che celebra il connubio tra tradizione e innovazione. Le radici di Oltrenero affondano nell’antichità, nel Medioevo, quando i monaci benedettini rivitalizzarono queste terre abbandonate, permettendo alla vite di rinascere. La viticoltura nell’Oltrepò Pavese è intrisa di storia, risalendo ai tempi di Plinio e Strabone, che nel 40 a.C. già esaltavano la bontà dei vini locali.
Il territorio, conteso nel corso dei secoli tra varie potenze europee, ha sempre mantenuto la sua vocazione enologica. L’eccezionale sviluppo con i Romani, la dominazione barbarica e le successive signorie nobiliari hanno segnato la storia dell’Oltrepò, plasmando un territorio ricco di tradizioni e cultura vinicola. L’arrivo della famiglia Zonin nel 1987 ha segnato una svolta per Oltrenero, con un ampliamento della superficie vitata e una valorizzazione delle varietà autoctone come la Croatina e la Barbera, oltre al celebre Pinot Nero, vitigno principe dell’Oltrepò Pavese.
La gestione sostenibile delle vigne di Oltrenero è un impegno costante. La cura meticolosa delle viti mira a ottenere uve di perfetta qualità, seguendo criteri ecosostenibili. Dalla sfogliatura delle foglie al momento della vendemmia, ogni fase è seguita con attenzione dagli enologi e dagli agronomi della tenuta.
La cantina di Oltrenero è una vera e propria culla per l’affinamento dei vini. L’ambiente controllato garantisce condizioni ottimali per la maturazione lenta dei pregiati spumanti secondo il metodo classico della rifermentazione in bottiglia. Paolo Tealdi, direttore ed enologo di Oltrenero dal 2021, ha abbracciato la sfida di portare avanti la tradizione e l’innovazione della tenuta. Con un approccio che valorizza l’ambiente, Paolo ha implementato strategie per ridurre l’impatto ambientale e promuovere la biodiversità. Oltrenero, nel suo cuore, conserva l’anima di un territorio che continua a suscitare emozioni attraverso il suo vino.
Con radici salde nella storia e lo sguardo rivolto al futuro, Oltrenero rappresenta l’incontro perfetto tra l’essenza antica e l’innovazione contemporanea, celebrando il Pinot Nero e l’Oltrepò Pavese in ogni sorso.
A cura della
Redazione Rinascimento Magazine
