Pagani festeggia 25 anni al MauTo

Il panorama automobilistico è fatto di storie e vicende umane, di sogni a volte realizzati, di percorsi professionale e di incontri anche indiretti che segnano momenti incancellabili. Nel 1993 ero uno studente di car design a Modena, innamorato dell’automobile ed attratto dai bolidi emiliani: Ferrari, Lamborghini, De Tomaso, Maserati…erano anche gli anni della Bugatti di Campogalliano e della Cizeta.   Durante una fiera automobilistica con altri studenti ci imbattemmo in un piccolo stand con una scritta “Modena Design”, era letteralmente tappezzato di disegni di automobili e vi era esposto in verticale un sulky in carbonio.

Al banchetto un giovanissimo Horacio Pagani con il quale scambiamo qualche parola, ma quello che ci colpì fu il suo parlare del futuro come se fosse già tutto scritto e che avrebbe costruito una supercar, la sua supercar. Eravamo stati catturati dal suo entusiasmo, tanto che per soddisfare la nostra curiosità, qualche settimana dopo andammo a vedere dove si trovava la sede di “Modena Design”. Ad onor del vero pensammo tutti che quel signore fosse un sognatore, ma soprattutto che avrebbe faticato ad emergere tra i marchi sportivi così pieni di storia.

Qualche anno dopo, precisamente nel 1999, mi ritrovai per lavoro al salone di Ginevra dove nello stand Pagani venne svelata la Zonda, di cui conservo ancora la cartella stampa, era solo l’inizio di quello che sarebbe diventato uno dei sogni più belli a cui ho assistito come spettatore. La vita scorre tra progetti svelati e quelli in divenire, ed Horacio Pagani con la sua Pagani Automobili festeggia i 25 anni di storia, affermandosi a livelli internazionali consacrando il suo talento, il suo essere preciso e attento in ogni dettaglio, anche quello più nascosto, forte della sua incredibile voglia di fare.

La Zonda, la Huayra, la Utopia sono tre capitoli di questa incredibile vicenda umana e personale, frutto della determinazione di un signore partito da lontano, un bambino cresciuto con il profumo del pane nella bottega di suo papà e con gli stimoli creativi della mamma artista. Qualche tempo fa ho ascoltato il suo racconto dove parlava di lui ragazzino che aspettava l’uscita dal garage di un signore benestante con la sua Jaguar E Type, vettura che insieme ad altre ha alimentato le sue fantasie.

E poi tutti i sogni che si sono succeduti, dall’ amicizia con Fangio, il trasferimento in Italia con la promessa ai suoi amici che avrebbe costruito la sua vettura, l’esperienza in Lamborghini fino all’acquisto (con un importante prestito) della sua “famosa” autoclave per il carbonio che darà forma alle sue idee e alle sue hypercar. Nel 2017 andai a visitare per la prima volta la fabbrica Pagani: WOW. Dentro ho ritrovato le stesse sensazioni di quel piccolo stand che vidi a Modena nel 1993, si respirava passione pura, voglia di dare il massimo, era il sogno realizzato, quello senza traguardo, non un punto di arrivo ma una ripartenza continua verso nuove sfide.

Durante la visita all’atelier di montaggio ho visto Horacio Pagani che controllava personalmente una Huayra BC in carbonio verde che credo fosse in consegna, ritornai con la mente a quel signore pieno di sogni.  Oggi al Museo dell’automobile di Torino si racconta il primo quarto di secolo di chi ci ha creduto fino in fondo, quel ragazzo che ha saputo emergere, che ha lottato per i suoi ideali e valori.  A lui va il mio profondo grazie per avermi reso spettatore di una storia davvero incredibile.

Da qualche parte del mondo sono sicuro c’è un ragazzino che attende per ore il passaggio di una supercar, magari di una Pagani, con la sua bicicletta gialla fermo a bordo strada, con la testa piena di sogni, fondamenta delle storie belle che ti portano lontano… proprio come ha fatto Horacio Pagani.

Per saperne di più @ Pagani Automobili

Articolo a cura di Antonio Erario

Foto @ Celebre Magazine World

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