Sound & Vision, ovvero l’energia creativa raccontata da Andy Bluvertigo

“L’evento l’ho chiamato Sound & Vision come il brano musicale di David Bowie, con l’intenzione di mettere in pratica l’interazione delle arti. Spesso ne parlo, ma farlo è davvero è un’occasione preziosa” apre così la conversazione il talentuoso Andy dei Bluvertigo, al secolo Andrea Fumagalli. Rocker dai modi impeccabili, riservato quanto aperto al dialogo, mantiene elastica la mente con la curiosità e la quotidianità con il camaleontismo che lo fa spaziare dal sax al canto, dalle tastiere al sintetizzatore, dalla pittura alla grafica pubblicitaria.

L’appuntamento è fissato per il 16 aprile nella sala centrale del Bobino di Milano, alle porte della zona del design in uno spazio ricavato dalla storica stazione di Porta Genova: un disegno di recupero e restauro realizzato da Andrea Granata, “uno di quegli imprenditori che mi piacciono perché scommettono su quello che fanno e non risparmiano l’impegno per portarlo avanti” lo descrive Andy che presenzierà all’opening della mostra. A presentare le opere degli artisti ci saranno l’organizzatore Vincenzo Napolitano e il critico d’arte Federico Caloi.

Il suo codice pittorico è scandito da colori acrilici fluorescenti delimitati da evidenti bordature nere che delineano non solo le forme ma anche i piani prospettici e narrativi, dove oggetti e icone dell’immaginario collettivo vengono decontestualizzati e riproposti in chiave onirica, si potrebbe dire surreale. Nell’esposizione, che proseguirà fino al 30 aprile, spicca “From the Universe” una delle sue opere di maggiori dimensioni e interamente dedicata a David Bowie dopo la sua scomparsa, dove Andy riassume pittoricamente la sua gratitudine per tutto ciò che il sacerdote glitterato del rock gli ha permesso di imparare.

Il filo conduttore è quello degli omaggi musicali. “L’opera, nel mio modo di fare illustrazioni su tela, sta spesso nel ripercorrere i tratti dei volti dei miei personaggi preferiti o di foto storiche, un gesto che mi affascina” racconta Fluon. Spiccano Sid Vicious, membro della band punk Sex Pistols, la Madonna degli scatti dell’album True Blue, la cantante Sade, il compositore Miles Davis, ma anche idee e vissuti dell’artista, insieme ai suoi omaggi al Sol Levante fra il fascino delle geishe e l’influsso che cultura e spiritualità orientali esercitano su di lui.

“Dedicare al Duca Bianco un concerto da un lato mette nelle condizioni di sentirsi in punta di piedi, dall’altro spinge a osare semplicemente scorrendo la sua biografia. Ho l’opportunità di fare a mio modo quello che lui ha donato al mondo. Pittura e musica finalmente possono coesistere nello stesso spazio: un appuntamento che ci tengo abbia luogo proprio il martedì del Salone del Mobile, un mondo creativo finalmente ripartito a pieno ritmo dopo le lunghe e sofferte costrizioni della pandemia” commenta riguardo al concerto di Andy & The Bowieness che si terrà il 18 aprile all’interno del medesimo locale. Nessun nome poteva calzare meglio per esprimere la bowietudine di cui si fanno portavoce per quanto Andy, da musicista raffinato quale è, non si mette a imitare Bowie scimmiottandolo ma ne interpreta a suo modo la genialità.

Il progetto della band nasce nel 2016 con una turbolenza iniziale dovuta a disguidi con chi ne avrebbe dovuto prendere parte, ritrovandosi poi con una nuova formazione battezzata con il nome attuale a settembre dello scorso anno. “Ho la fortuna di avere a che fare con dei grandi professionisti. Mi piace lavorare con chi, si fa per dire, semplicemente si riesce a lavorare. Parlo del chitarrista Alessandro De Crescenzo che collabora con alcuni fra i più grandi artisti della scena italiana come Cesare Cremonini e Fiorella Mannoia, del batterista Andrea Squizzato, del maestro Alberto Linari alle tastiere nonché tastierista ufficiale di Loredana Berté, della voce Nicole Pellicani insegnante di canto e corista di Elisa, della bassista Paola Zadra, una vera rocker attualmente al fianco di Morandi che suona fra gli altri con Stef Burns, il chitarrista di Vasco” ci tiene molto a citarli tutti Andy, mentre parla si coglie con facilità come ami valorizzare i meriti ed essere grato a chi lo supporta e lo accompagna nel suo viaggio attraverso la dimensione musicale.

“Io vesto i panni del frontman e Lillya, la mia compagna, è protagonista di una suggestiva performance con delle ali luminose. Talvolta abbiamo la possibilità di collaborare con due danzatori della Lindsay Kemp Company, Daniela Maccari e Ivan Ristallo: Lindsay Kemp, colui che ha insegnato il mimo a David Bowie, è stato uno dei miei guru assoluti che più mi hanno spinto a fare l’artista e vivere secondo creatività, nel bene e nel male” continua. Il quartier generale di tutta la creatività di Andy è a Monza, la sua città natale. Idealmente una Factory, per citare l’altro suo maestro ispiratore, dove vive con Lillya e quattro gatti, Mandarino, Amira, Priscilla e Zuckerberg (Günter). “Non avevo animali da piccolo e mi sono abituato a questa nuova realtà. I gatti animano una dimensione magica, sono capaci di cogliere il disagio degli essere umani e di supportarli energeticamente senza bisogno di ricorrere alla parola”.

Alla domanda cruciale ma imprescindibile “cosa significa per te David Bowie” segue un attimo di silenzio, quasi di ossequioso raccoglimento. “Lui rappresenta come ho sempre sognato di poter vivere, senza limiti” risponde con lucidità. “Una vita talmente prorompente, anche nelle fasi depressive o nei suoi lati torbidi, da riuscire persino sull’orlo del suicidio a scrivere album straordinari. Non credo trovasse ispirazione nel dolore: il visionario che era lui ha fatto sì che su questo passaggio esistenziale potesse sperimentare di tutto, a livello alchemico-esoterico, pop culture, glam rock, passando per sesso e droga, pulizia e ricostruzione di se stesso, monogamia e famiglia”.

“Soprattutto ha avuto l’intelligenza di travestirsi da qualcun altro quando voleva far passare dei messaggi: le maschere sono un bellissimo modo per affrontare un mondo orribile. Bowie è un artista interessante perché è leggibile su diversi piani: ci si può appassionare a lui con superficialità godendone dell’immagine oppure ci si può affezionare per altri aspetti come quello esoterico, molto presente in tutta la sua opera e molto profondo, quasi ossessivo. Per poi andarsene così, in un modo imperiale” prosegue la sua acuta analisi. “Gli artisti illuminati sono delle antenne fra il mondo dell’arte e le persone” è l’immagine con cui cala il sipario sulle sue riflessioni.

Sound & Vision – Energia creativa in arte e musica

Bobino, Milano Porta Genova

Esposizione di arte contemporanea dal 16 al 30 aprile 2023

 

Articolo a cura di Claudia Chiari

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