Epopea d’amore pantesca: Denny Almanza, il guardiano delle api

Pensare a Pantelleria significa sentire la potenza del vento, l’incanto del mare e il ruggito della terra baciata dal sole. Potente e garbata al tempo stesso, quest’isola vulcanica dai forti contrasti racchiude in sé tutta l’esuberanza della natura, una natura in parte addomesticata dal lavoro degli abitanti che da sempre hanno saputo stringere con questa terra una reciproca fruttuosa alleanza.

Pensare a Pantelleria, dunque, significa anche sentire la dolcezza dello zibibbo, il profumo dell’origano, la fragranza dei capperi e tutti quei meravigliosi sentori siciliani spolverati di squisita africanità. Il mare l’abbraccia come per proteggerla, eppure Pantelleria è più terra che acqua. Una terra che dona, tra gli altri, un prodotto eccellente eppure ancora poco conosciuto per essere figlio di quest’isola: il miele. Il miele è come il sole del mattino, ha tutta la grazia dell’estate e l’antica frescura dell’autunno,ha scritto Federico Garcia Lorca. Scorre in queste belle parole tutta la liquida armonia di un alimento che racconta una delle storie d’amore più antiche della Terra. Quella tra i fiori e le api. Storie d’amore coronate dalla passione dell’uomo che ne nobilita il valore.

In questo caso, parliamo di un uomo ben preciso. È Denny Almanza, il quale ha dato vita a un’ammirabile impresa: da buon isolano ha deciso di prendersi cura della terra, perché l’agricoltura da sempre sostiene gli abitanti di Pantelleria e pertanto merita rispetto e amore. Vigneti e cappereti, insieme a origano, pomodori, zucchine e agrumi permettono all’azienda Almanza di lavorare con soddisfazione tutto l’anno. Ma è ripercorrendo i passi del nonno Salvatore Spata, bravo apicultore attivo sull’isola per ben 65 anni, che Denny fa la differenza rispetto ad altri bravi agricoltori panteschi. Dal 2014, infatti, la sua più grande passione è quella di dedicarsi alla cura delle arnie, incrementandone via via il numero e facendo proliferare le famiglie.

Come un padre con i propri figli, Denny accudisce un mondo delicato e meticoloso, osservando, ascoltando, curando il lavoro e il ritmo delle preziose api. Già all’età di 8 anni, evidentemente, sentiva scorrere il miele nelle sue vene e, seguendo il nonno, cominciava ad avvicinarsi con grande curiosità a questi piccoli animali dal cuore grande. All’età di 15 anni Denny era già un talentuoso apicultore e oggi fa di quest’arte il suo mestiere, definendosi giustamente un “guardiano” delle api.

Dopo 18 anni di apicultura, l’emozione per questo lavoro resta immutata ma la conoscenza è affinata. La razza di api di Pantelleria è una sottospecie africana, per la precisione si tratta di un ibrido eccezionale. Per scelta, non vengono portate api da fuori, per evitare di diffondere malattie che possano danneggiare gli insetti. Quando le famiglie stanno bene, sta bene tutta la natura e il raccolto del miele è prodigioso. Anche la selezione delle regine è fondamentale: riuscire a selezionare le migliori e mantenere la razza è indispensabile per una vita sana dell’alveare.

Gli alveari fissi di Denny sono vicino casa sua, a Cimillia. Ma per poter realizzare diversi tipi di miele occorre spostarsi anche altrove, a Montagna Grande e Dietro Isola. La produzione non è altissima nella quantità, ma nella qualità sì. E questo fa del miele di Pantelleria un prodotto di nicchia destinato probabilmente ad essere tutelato e conosciuto in tutto il mondo, come già succede per altre eccellenze enogastronomiche locali.

Il miele più difficile da realizzare è quello di corbezzolo, perché si colloca nella stagione autunnale. Tuttavia, le temperature sull’isola sono sempre mediamente alte e consentono di produrre anche questo tipo di miele raro e prezioso che, a differenza di altri, resta liquido. Oltre a questo, dall’azienda di Denny escono mieli di fichi d’india e rovi, di trifoglio di bosco e trifoglio marino, di erika, millefiori di bosco e di falso the siciliano, un arbusto tipico della macchia mediterranea.

Mieli cristallizzati, perciò purissimi e ricchi di virtù, pregni di sole e di note mature. Fruttati, piccanti e dolci come melodie diverse che felicemente si sposano al palato. Per chiudere in dolcezza, ecco un’altra immagine poetica di Garcia Lorca: Il miele è l’epopea dell’amore, la materialità dell’infinito. Anima e sangue dolente dei fiori condensata attraverso un altro spirito.

Dedichiamo a Denny Almanza queste parole, con la certezza che continuerà a coltivare la sua passione, insegnando e tramandando anche alle prossime generazioni come diventare un buon “guardiano” delle api. Affinché questa epopea dell’amore pantesca non abbia mai fine.

a cura di Paola Cerana

XOXO
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