In un mondo in costante evoluzione, specialmente nel settore della tecnologia, i droni sono ormai impiegati per gli utilizzi più disparati: per riprese cinematografiche, documentari, spot pubblicitari o semplicemente per hobby. Negli ultimi anni, alla categoria dei SAPR/APR – Aeromobili a Pilotaggio Remoto –, essenzialmente impiegata per effettuare riprese aeree, si è affiancata quella dei droni FPV (dall’acronimo First Person View).
Grazie alla camera montata su questi dispositivi, il pilota, munito di un visore, è in grado di vedere, in tempo reale, le immagini riprese dalla stessa. Ciò si traduce in un’esperienza di volo estremamente immersiva, con la possibilità di effettuare, con una maggiore precisione, le più sofisticate manovre ed evoluzioni, il tutto sperimentando l’incredibile sensazione di essere effettivamente “seduti a bordo”. Ciò, inoltre, consente un maggiore margine di precisione nel controllo del drone, nonché la possibilità di effettuare riprese video, difficilmente eseguibili da un drone SAPR. Benché i droni FPV siano stati originariamente progettati per competere in gare di velocità (questi droni, infatti possono superare, in pochi secondi, 140 km/h) o di freestyle (eseguendo manovre ed evoluzioni mozzafiato), il progresso tecnologico, che ha comportato anche un’innovazione nel settore della fotografia aerea, ha permesso ai droni FPV di essere impiegati anche per effettuare delle riprese, con la creazione di contenuti dinamici nuovi ed originali.
Il pilota, come ricordato prima, riceve, dalla camera del drone, le immagini in “tempo reale” attraverso un procedimento piuttosto semplice: il segnale video catturato dalla camera viene trasmesso al visore da una trasmittente video (VTX) installata sul drone. Quest’ultima è connessa ad un’antenna omnidirezionale (nota come “pagoda”), che sfrutta un segnale di tipo analogico: ciò consente di ridurre al massimo il valore di latenza, a discapito, tuttavia, della risoluzione, che, purtroppo, viene decrementata e finisce per risultare simile a quella degli, ormai datati, televisori analogici. Grazie all’impiego di un canale analogico, dunque, la qualità dell’immagine risulta inferiore a quella che verrebbe trasmessa da un SAPR, ma la velocità del segnale è notevolmente maggiore, per cui il pilota può effettuare correzioni istantanee della traiettoria di volo.
Occorre inoltre rammentare che il segnale analogico presenta un ulteriore inconveniente, ovvero quello di essere ampiamente influenzato dalla presenza di eventuali ostacoli (quali alberi, costruzioni, montagne, etc.), per cui si rende ancora più indispensabile pianificare con cura, prima di ogni decollo, la zona di volo; ciò per evitare di perdere, in modo improvviso, il segnale video. La notevole velocità a cui possono sfrecciare simili droni, fa sì che in alcune virate vengano addirittura raggiunti gli 8-9g di accelerazione che, tuttavia, vengono facilmente supportate dal loro solido telaio in carbonio.
“Com’ è dunque possibile che le riprese, che osserviamo nei video FPV cinematici, risultino così nitide e definite?” Perché vengono installate sul drone FVP delle recenti “actioncam”, in grado di riprendere anche a risoluzioni elevate – come in 4K – e arricchite, inoltre, con funzioni integrate per la stabilizzazione del video. Queste ultime, in particolare, attenuano le vibrazioni causate dai rotori sull’intera struttura del drone che, altrimenti verrebbero trasmesse anche all’ actioncam; in questo modo il filmato risulta molto più fluido e “smooth”. L’utilizzo del drone FPV Cinematico, dunque, ha ormai finito per affermarsi in numerosi settori, specialmente sportivi. Simili droni risultano particolarmente apprezzati anche per le riprese dinamiche delle gare automobilistiche di Drift, molto diffuse in Giappone e in America. Inoltre, nei mesi appena trascorsi, alcuni piloti FPV autorizzati, approfittando della temporanea assenza, per via del lockdown, di turisti e visitatori, hanno effettuato suggestive riprese ai monumenti delle città più famose, normalmente impossibili da realizzare per questioni di sicurezza.
“Ma quanto è difficile imparare a pilotare droni FPV?” Ovviamente per raggiungere livelli elevati di pilotaggio di droni FPV, occorre acquisire molte abilità e per farlo è necessario fare molta pratica, eventualmente con l’ausilio di simulatori di volo al computer; ciò al fine di evitare rovinose cadute, in grado di compromettere gravemente la struttura del drone. In ogni caso, questa categoria di droni prevede tre modalità di volo, che il pilota può selezionare in relazione alle sue abilità: ANGLE (il volo viene stabilizzato direttamente dalla centralina di volo), HORIZON (modalità intermedia, che permette di effettuare rotazioni – come flip o roll – ed evoluzioni basilari, che però vengono sempre stabilizzate con degli aiuti) e ACRO (volo completamente manuale su ogni asse del drone, che, in pratica, mantiene l’assetto impostato dal pilota finché non viene impartito un nuovo comando).
Per concludere, con tutti questi vantaggi, a cui va sommata la relativa accessibilità, in termini economici, dei modelli usati per FPV, sembrano non esistere ragioni per non avvicinarsi a questo settore meraviglioso che consente di osservare il mondo da una nuova ed affascinante prospettiva.
a cura del Prof. Maurizio Annovati
